Io vi parlo di libertà

23.07.2012 07:31

 

 

Io vi parlo di libertà, di Mikheil Saaksvili con Raphael Glucksmann Edizioni Spirali, pagine 176, euro 18,00.

L’atipico Presidente Georgiano viene intervistato dallo scrittore francese Raphael Glucksmann e racconta i motivi più intimi e filosofici delle sue lotte e delle sue ambizioni.

Artefice della Rivoluzione delle Rose del 2004, una delle “rivoluzioni colorate” di alcuni stati post-sovietici , attua con metodi nonviolenti e di disobbedienza civile un’apertura all’Occidente, fondando uno Stato di diritto basato sul liberalismo mirato a garantire libertà individuali, politiche, economiche e la promozione della meritocrazia, principi altamente rivoluzionari quando applicati ad una società di casta come quella georgiana, definita come un curioso miscuglio di statalismo socialista e di clanismo caucasico.

La sua figura è controversa. La Russia lo vede come il nemico pubblico numero uno ed un cadavere politico (tanto da infliggere al Paese l’embargo totale), la borghesia locale come un bolscevico mascherato che mette in questione le posizioni acquisite, le rendite e le tradizioni, i Paesi occidentali con misurato e accorto distacco rifiutandone l’ingresso nella Nato. Duce del Caucaso che oscura televisioni, liquida la polizia ed attacca l’Ossezia del Sud o promotore di una Georgia federale cosmopolita che trascenda dai ghetti culturali e dalla corruzione ereditati dal sovietismo? Un pericolo so irresponsabile o un uomo ingenuo manipolato da Washington?

Lo stesso Presidente ammette l’enorme disillusione all’indomani della Rivoluzione; l’attuazione del suo disegno politico è impraticabile all’interno di una società abituata a vivere nella menzogna ed a considerare verità, pace e libertà semplici parole. La corruzione che conosciamo nei paesi occidentali - continua - e’ sì un problema grave, ma rispetto alla loro e’ superficiale. A sette anni dall’indipendenza la corruzione ha resistito e le abitudini di stampo mafioso sono capillari ed insite nella cultura sociale e politica per una strutturazione criminale della società stessa : lo Stato continua ad essere visto come un problema e non come una soluzione.

La nostalgia del vecchio regime si palesa al suo Governo che deve temere, e quindi arginare, la volontà del popolo. Ci racconta inoltre dell’odio illimitato di Putin nei suoi confronti, e lo ricambia spavaldamente descrivendolo subdolo regista di un’illusione post-storica che porta l’intero Occidente ad ignorare la ripresa di una Guerra Fredda perpetrata “ da questo attore globale, superpotenza energetica, nucleare e diplomatica “ che continua a considerare la caduta dell’Urss la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo. Buona parte dell’intervista si concentra sulle motivazioni che hanno spinto Saaksvili ad invadere nel 2008 l’Ossezia del sud, e ci spiega di una Storia alterata venduta dalla Russia al mondo intero attraverso una grande menzogna mediatica.

E’ effettivamente interessante seguire questa articolata e puntigliosa intervista, soprattutto perché anteriore all’udienza preliminare tenutasi nel dicembre 2010 al Tribunale Internazionale dell’Aja su istanza dell’opposizione laburista e democratica e che lo ritiene responsabile di genocidio, crimini contro l’umanità ed abuso di sostanze stupefacenti.

(recensione di Donata Bina 6/2/2011)