UNDICI LETTERE ALL'AMMIRAGLIO

26.06.2012 08:04

UNDICI LETTERE ALL’AMMIRAGLIO - Raphael Semmes, il falco degli oceani. Di Donatello Bellomo, Edizioni Mursia, pagine 436, euro 18,00.

Per introdurre il lettore in questa bellissima ed appassionante storia basata su una solida documentazione storica e marinara, trascrivo l’epitaffio di un fulgido eroe, un vero Garibaldi d'oltre oceano.

“A sempiterna memoria di Raphael Semmes
scrittore, diplomatico, giornalista, giurista e docente
soldato e straordinario marinaio,
ma soprattutto e sempre, gentiluomo
uno dei più grandi eroi della storia navale
nato a Charles Country, Maryland il 27 settembre 1809
morto a Point Clair, Alabama, il 30 agosto 1877.
Il marinaio e’ a casa, e’ tornato dal mare e riposa
nella terra che ha amato tanto.”

Il 12 aprile 1861 con l’attacco dei confederati a Port Sumter nella Carolina del Sud si apriva la guerra civile americana che per quattro anni avrebbe opposto sul terreno e sui mari le truppe di Lincoln a quelli degli stati secessionisti.

Ammiraglio della flotta confederata, Semmes divenne famoso per i suoi innumerevoli successi a danno della flotta dell'Unione al comando del corsaro Sumter: distrusse durante sei mesi del 1861 diciotto navi; l'anno successivo, al comando dell' Alabama iniziò la crociera più vittoriosa di tutti i tempi, dal Cile alla Malacca, da Singapore sino all’India, catturò sessantanove imbarcazioni ed inflisse uno tale scacco al commercio marittimo degli Stati Uniti che non fu più recuperato. Dopo che l'Alabama fu affondato al largo delle coste francesi dal Kearsage nel 1864 fuggì in Inghilterra per poi tornare in Virginia, dove fu impegnato nella difesa di Richmond.

La guerra era perduta, ma uomini come Semmes hanno dimostrato che si possono deporre le armi senza sentirsi sconfitti, un romantico patriota che ha catturato duemila prigionieri e non ne ha ucciso nessuno. Un uomo che ha sempre sostenuto che il migliore degli amici e degli ufficiali sono coloro che sanno darti torto.

In questo contesto storico si intreccia una struggente ed infelice storia d’amore. Siamo nel febbraio 1870. Miss Louise Tremlett ha 37 anni, e’ una ricca possidente inglese, buone scuole, lezioni di musica ed austera tradizione; le poche e garbate intemperanze venivano attribuite al sangue irlandese materno. L’incontro a Cape Town con l’ammiraglio Raphael stravolse la vita di questa bellissima donna dagli occhi color cobalto.

Nonostante 35 gradi a bordo dello yawl sentì’ un brivido alla vista dei cannoni neri, delle armi da fuoco, delle sciabole sulle rastrelliere, dei barili di polvere da sparo. L’ammiraglio che odorava di un profumo amaro e speziato la condusse con piglio sicuro nell’angolo più riparato del suo alloggiamento, dove ticchettavano 60 cronometri da marina, tutti sincronizzati sulla stressa ora. Eccetto uno. “Questa e’ l’ora di Mobile, dov’e’ la mia casa”.

Furono subito vertigini, calore e tremolio di una donna innamorata di un uomo che ha fatto impallidire tutti i giorni vissuti prima del magico valzer di quella notte e che li legherà per sempre anche nella lontananza e nel silenzio di lui, che, all’improvviso, cessa di contattarla. Lei continua a scrivere bellissime lettere d’amore e condivisione ma che non spedisce, alienata da un amore così grande che si cementa all’ombra di un grande sogno. “Quando smetto di fidarmi dei pensieri inizio a fidarmi del cuore”.

Una rovinosa caduta da cavallo mette in pericolo la vita di Louise, che al suo capezzale convoca un notaio cui affidare le sue volontà : far pervenire all’ammiraglio Semmes un misterioso plico con dei curiosi nastri di velluto blu alle estremità.

Per la missione vengono assoldati una liceale ed un pittore che da Amburgo partono alla volta di un viaggio rocambolesco per raggiungere Mobile e consegnare personalmente il pacco al destinatario. Accompagnati da un mezzo sangue pellerossa incontrano disertori, banditi, reduci di un esercito che non esiste più e portano a termine una missione studiata nei minimi dettagli , dove i personaggi coinvolti sono legati da un fil rouge il lettore scoprirà lettura facendo.

L’autore ci fa respirare la crosta di sangue, carne ed ossa dei campi di battaglia, ci fa salire a bordo delle navi da guerra sudiste pregne di odore di corda bagnata, di polvere da sparo, sale e sudore e ci fa spaventare o innamorare dei mari ostili ed in tempesta, quelli capaci poi di declinare nella quiete di un sole che esalta il glauco ed il lapislazzulo dell’oceano, od ancora di una luna così grande che pare cadere nel baluginio delle stelle.

Le acque della Manica hanno protetto l’Alabama sino al 1984; le cabine pressocchè intatte.

L’incisione “Aide toi et Dieu t’aidera” risplende ancora negli abissi, anch’essa a sempiterna memoria.

(Recensione D.B. 1/5/2011)